top of page

il dolore,

prima che fisico, dell'anima,

non è il disprezzo,

ma scoprirsi disprezzabili.

Sentirsi, pertanto,

diversi, economici, colpevoli,

destinati alla sventura.

Credersene artefici, persino.

Rinascere, risalire rampe infinite,

come lo sono certe ferite,

faticose, interminabili,

polverizzano vertebre.

E poi la GRAZIA

che è sorridere, nonostante tutto,

affinché la vittima non sia carnefice.

Che è colorare il dolore,

gradino dopo gradino, tassello dopo tassello.

Che è esservi grati

per averci insegnato a riconoscervi

onde tenervi lontano.

Stupro Rosso
Stupro Blu
Stupro Verde

Gli Stupri sono 4 pannelli (rosso, giallo, verde e blu) di carton-legno, ricoperti di finte ceramiche (532 ognuno), realizzate con un dolorosissimo e faticosissimo procedimento.

 

Ogni tassello è un gradino verso l'ascesa, ed il traguardo è la luce delle variazioni cromatiche iridescenti.

La grazia di trasformare l'orribile in meraviglia, la fatica in colore, la sofferenza in sorrisi.

Il processo complesso prevedeva la squadratura di ampie superfici di polistirolo, spesso 1cm circa. Una colata sottile di vinavil nell'altra faccia del polistirolo, con successiva dipintura con vernici lucide. La fase di ritaglio delle superfici lungo le squadrature è stata dolorosissima per le mani, e la fase di assemblaggio delle 2.128 tessere con la fuga è stato un massacro per la schiena. La fatica fisica, la risalita di ogni gradino (le tessere), la rinascita (il colore).

Anche la consequenzialità, non programmata, dei colori assume un significato: dapprima realizzato lo Stupro Rosso, poi blu, verde e giallo, poiché il rosso è il dramma appena vissuto, il sangue, il dolore, la tensione energetica; il blu la stasi, la riflessione, la pace, la ricerca di se stessi; il verde il futuro, la speranza, i propositi, lo sguardo verso il domani, la rinascita; il giallo è il mondo razionale, la quotidianità, lo stare nelle cose, la concretezza, l'azione, la realizzazione del proposito.

Paolo Romano

testo
bottom of page